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sabato 16 giugno 2012

Come siamo fatti: ciclo ovarico e ciclo uterino

La funzione ciclica dell’ovaio, dalla quale dipende l’attività riproduttiva della donna, è regolata da un complesso apparato neuroendocrino che coinvolge l’ipotalamo, l’adenoipofisi e la gonade. 
L’ipotalamo è una struttura endocrina importantissima, in cui una serie di impulsi nervosi provenienti da altre aree del Sistema Nervoso Centrale, opportunamente elaborati e trasformati in messaggi ormonali sono in grado di far avvenire la sintesi e la liberazione dell’ormone GnRH, acronimo di Gonadotropin Releasing Hormone che stimola la sintesi e la secrezione delle cosiddette sostanze gonadropine ipofisarie, FSH ed LH, secreti dall’adenoipofisi. Gli ormoni ipofisari, a loro volta, agiscono sulle gonadi provocando un netto aumento degli ormoni estrogeni, progesterone e androgeni e nelle ovaie cominciano a manifestarsi i fenomeni morfofunzionali che caratterizzano il ciclo ovarico. 
Gli ormoni prodotti dall’ipotalamo, dunque, agiscono sulla sottostante ghiandola ipofisi situata anteriormente, la quale è collegata all’ipotalamo da un sistema circolatorio. 
Infine l’anello costituito da questa concatenazione di eventi si chiude con l’azione di retrocontrollo o feedback esercitata dalla gonade sull'ipofisi stessa. 
Le fasi del ciclo ovarico sono: 

  • la follicologenesi; 
  • l’ovulazione; 
  • la luteinizzazione
La prima fase inizia nel periodo embrionale, durante il quale si costituisce una riserva di follicoli primordiali, nel periodo dell’infanzia alcuni follicoli cominciano regolarmente a crescere senza arrivare però all'ovulazione, infine nel periodo post – menarcale, taluni giungono all’ovulazione. La crescita o la maturazione di un certo numero di follicoli continua senza interruzione dalla pubertà fino alla menopausa. Nelle due ovaie, dunque, vi sono alla nascita circa 2.000.000 di ovociti primari che si riducono alla pubertà a circa 400.000, di questi follicoli la maggior parte è destinata a scomparire per un processo di atresia follicolare, ma solo un follicolo ad ogni ciclo raggiunge la piena maturazione. Il ciclo ovarico inizia con l’attivazione del follicolo primordiale che si trasforma in follicolo primario il quale è circondato da un epitelio monostratificato: le cellule follicolari, definite cellule della granulosa, diventano più grandi e si dividono ripetutamente per cui l’epitelio pavimentoso monostratificato diventa pluristratificato. Mentre le cellule della granulosa si accrescono e si moltiplicano, le cellule aderenti allo stroma ovarico formano uno strato di cellule tecali intorno al follicolo. Le cellule tecali e le cellule della granulosa lavorano insieme per rilasciare ormoni steroidei chiamati estrogeni. Tra gli ormoni estrogeni, il più importante è l’ormone 17 β estradiolo, ormone dominante nel periodo pre-ovulatorio. 
La maggior parte dei follicoli primordiali si trasformeranno in follicoli primari ma non altrettanti si trasformeranno in follicoli secondari. Così alcune cellule della granulosa inizieranno a produrre piccole quantità di liquido follicolare che si accumula all’interno di una piccola cavità centrale, detta antro follicolare. Ed è proprio questo liquido che favorirà la crescita solo di pochi follicoli secondari, per cui aumenteranno di volume e si trasformeranno in follicolo terziario o follicolo maturo di GRAAF, chiamato così dall’autore che ne descrisse le caratteristiche. Esso è il follicolo prima dell’ovulazione e ha un diametro che varia dai 16 ai 22 mm. Viene a trovarsi in una posizione eccentrica circondato da un ammasso di cellule follicolari e continua a produrre, almeno inizialmente quantità sempre maggiori d’estradiolo, i cui livelli si innalzano rapidamente e raggiungono un picco circa 24-36 ore prima dell’ovulazione. 


La persistenza di elevate concentrazioni d’estradiolo determina un effetto di feed-back positivo a livello ipotalamo-ipofisario, cui consegue il picco di LH e, in minor misura , di FSH. Agendo sui recettori, l’LH promuove la luteinizzazione delle cellule della granulosa, e in sinergia con l’estradiolo, accelera la sintesi di progesterone. Questo aumento di progesterone nel periodo preovulatorio serve a potenziare il feedback positivo degli estrogeni e a indurre il picco combinato di LH e FSH che precede l’ovulazione. In questa fase contemporaneamente all’aumento della produzione di progesterone, si registra una diminuzione dell’estradiolo. Il picco preovulatorio delle gonadotropine LH e FSH scatena nel follicolo preovulatorio una serie di fenomeni che portano alla maturazione dell’ovocita e alla rottura del follicolo, con conseguente espulsione dell’ovocita maturo. Dunque il momento chiave del ciclo ovarico è l’ovulazione: è il momento del rilascio del gamete, che normalmente avviene tra il 12^ e il 16^ giorno di un ciclo di 28 giorni. 

Man mano che questo momento si avvicina, l’ovocita e le cellule follicolari che lo circondano perdono ogni contatto con la parete follicolare e vagano liberi all’interno dell’antro. Le cellule follicolari formano una corona radiata intorno all’ovocita. Quando il follicolo si rompe, il contenuto follicolare, compreso l’ovocita, viene riversato in cavità peritoneale. 
Il meccanismo che determina l’ovulazione, dunque, è dato dal picco degli estrogeni e dall’aumento della concentrazione dell’ormone LH il quale indebolisce la parete follicolare. 
La fase follicolare del ciclo ovarico va dall’inizio del ciclo all’ovulazione e ha una durata che varia da 7 a 28 giorni. 
Il follicolo, dopo la rottura e la fuoriuscita dell’ovocita, va incontro a una serie di modificazioni che portano alla formazione del corpo luteo. Questa struttura funziona come un organo endocrino ed è la principale fonte degli ormoni steroidi, dei quali il principale è il progesterone che agisce preparando la mucosa uterina a ricevere l’uovo fecondato. Il corpo luteo produce anche piccole quantità di estrogeni. Se non avviene la fecondazione il corpo luteo inizia a degenerare circa 12 giorni dopo l’ovulazione per trasformarsi in una cicatrice fibrosa chiamata corpo albicans. Ciò comporta il crollo dei livelli di estrogeni e progesterone e segna la fine del ciclo ovarico con conseguente sfaldamento della mucosa uterina e comparsa della mestruazione. 
Il crollo dei livelli di estrogeni e progesterone richiama la secrezione ipotalamica dell’ormone GnRH che stimola la secrezione di FSH ed LH e un nuovo ciclo ha inizio. 
La fase luteinica del ciclo ovarico va dal momento dell’ovulazione fino all’involuzione del corpo luteo e dura circa 14 giorni. 
Se, al contrario, l’ovocita espulso al momento dell’ovulazione viene fecondato, il corpo luteo si trasforma in corpo luteo gravido che sotto lo stimolo della gonadotropina corionica HCG, non va incontro a lisi e in seguito allo stato di gravidanza conserva la sua attività nelle fasi iniziali della gestazione che dura circa 12 – 13 settimane. Le modificazioni ormonali del ciclo ovarico hanno ripercussioni anche sugli altri organi dell’apparato genitale femminile; nell’utero si verifica un ciclo parallelo a quello ovarico, che serve a preparare l’endometrio all’annidamento della blastocisti o embrione; se non avviene la fecondazione l’endometrio degenera. 
Il ciclo mestruale è il periodo che intercorre tra l’inizio di una mestruazione e l’inizio della mestruazione successiva, il ritmo del ciclo mestruale è in media 28 giorni (28 +/- 4). 
Ciascun ciclo culmina con la mestruazione, mentre il primo giorno della mestruazione è indicato convenzionalmente come il primo giorno del ciclo. In questo periodo avvengono complesse modificazioni a carico dell’apparato genitale a causa dell’intervento di diversi fattori ambientali prodotti da ghiandole situate al di fuori dell’apparato genitale stesso (ipotalamo, ipofisi). Nel corso del ciclo mestruale l’endometrio è il tessuto che maggiormente risente delle variazioni degli steroidi ovarici e va incontro a una serie di precise modificazioni che permettono di riconoscere tre fasi distinti: 

  • Fase mestruale o desquamativa; 
  • Fase proliferativa; 
  • Fase secretiva
La fase mestruale o desquamativa inizia con il primo giorno di mestruazione e termina generalmente intorno al quinto giorno. Questa fase è caratterizzata dalla mestruazione che consiste nello sfaldamento e nell’espulsione dall’utero di tessuto endometriale e sangue. Mentre la mestruazione è ancora in corso, inizia a svilupparsi un nuovo follicolo. 
La fase proliferativa va dal sesto al quattordicesimo giorno del ciclo (corrisponde alla fase follicolare del ciclo ovarico). Durante questa fase vi è la nascita del follicolo ovarico con conseguente aumento delle secrezione di estrogeni che stimolano la crescita del tessuto endometriale, inizia infatti un’intensa attività proliferativa delle cellule dello stroma, di piccole ghiandole (che in caso di gravidanza secernano sostanze nutritive nella cavità uterina per nutrire l’ovulo fecondato), dei vasi sanguigni che provvedono alla riparazione della mucosa uterina. 
La fase secretiva va dal quindicesimo giorno al ventottesimo giorno del ciclo e coincide con lo stadio luteinico del ciclo ovarico. Durante questo stadio, l’endometrio si ispessisce, le ghiandole diventano tortuose e allungate e i vasi sanguigni iniziano a dilatarsi spiralizzandosi gradualmente. Se durante lo stadio secretivo non avvengono fecondazione ed impianto dell’ovulo, il corpo luteo inizia a degenerare e viene a cessare la secrezione ormonale. 
La rapida diminuzione degli estrogeni e del progesterone rende l’utero incapace di conservare l’endometrio ispessito, ed esso inizia a sfaldarsi determinando così la mestruazione. Al contrario, in caso di fecondazione e impianto, l’endometrio ispessito si mantiene tale, e serve a nutrire l’ovulo fecondato e consentire l’annidamento. Anche il corpo luteo si conserva, e continua a secernere ormoni sessuali per tutto il periodo iniziale della gravidanza.

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