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lunedì 25 giugno 2012

Il parto attivo



Il parto attivo è un parto in cui la donna esprime tutta la sua istintualità e la sua forte espressione sessuale. Parto attivo significa anche che il medico e l’ostetrica rinunciano al loro potere e lo cedono alla donna. Tuttavia, in questo tipo di parto è imprescindibile la scelta della partoriente e per metterla in atto è essenziale la comprensione di due fattori:

1. Il decondizionamento culturale

2. La conoscenza e l’uso delle posizioni verticali

La posizione assunta dalla madre in travaglio, durante le varie fasi, interviene sui cinque fattori ostetrici intrinseci ed ha quindi un ruolo importante per favorire la normale progressione del travaglio stesso.

  • Interviene su Frequenza, durata, ed intensità delle contrazioni
  • Ha effetto sulla forza di gravità
  • Condiziona l’allineamento delle ossa pelviche e l’angolo formato dall’asse fetale e l’asse el canale da parto
  • Interferisce con l’ossigenazione fetale
  • Modifica la sensazione dolorosa provata dalla donna
  • Condiziona lo stato psichico della partoriente

Far assumere alla donna in travaglio una determinata posizione anziché un’altra può essere considerata una procedura ostetrica assistenziale che deve essere ben nota agli ostetrici presenti sulla scena del parto. Essi devono dimostrare di avere la stessa perizia mostrata nell’ascolto di un BCF o nella scelta e modalità di effettuazione di un’amnioressi tempestiva o di applicazione di una perfusione ossitocica. E’ importante sottolineare che non una sola posizione è ottimale per tutte le situazioni e che similmente una posizione può ostacolare anziché correggere una determinata disfunzione. Da ricerche etnomediche si rileva che la maggior parte delle culture del mondo ha usato ed usa tuttora posizioni erette, sedute, accovacciate per il travaglio ed il parto. Nella nostra cultura invece la posizione supina è quella più frequentemente adottata: tale preferenza rappresenta l’evoluzione di precisi cambiamenti storici. La posizione supina e litotomica, sono innovazioni che coincidono con la medicalizzazione della nascita, introdotta dalla trasformazione dell’arte ostetrica in branca della medicina. Qualunque metodica alternativa di assistenza al periodo espulsivo deve assolutamente rispettare alcune regole e gli operatori non devono dimenticare mai che protagonista del parto è la donna. Quindi è importante:

  • Rispettare le sue scelte (partner accanto)
  • Rispettarne le privacy
  • Rispettare i tempi del parto
  • Evitare comportamenti direttivi
  • Attendere, attendere, attendere e non lasciarsi prendere dal panico
Nelle posizioni verticale le C.U. sono più regolari, più brevi e più efficaci perché si associano la forza di gravità con la forza della contrazione stessa; inoltre essendo l’utero già in asse con il canale, ha un impegno ridotto per portare il feto in “angolo di avanzamento”. Nelle posizioni verticali il travaglio è inferiore in termini di tempo del 30-40% rispetto ai travagli in decubito supino.

Nel parto attivo la partoriente dà priorità a quanto le suggerisce l’istinto e l’emotività, impiega le posizioni che preferisce e lo stare in movimento non solo allevia il dolore ma facilita il posizionamento del bambino nel bacino; pertanto potremmo dire che queste posizioni hanno delle funzioni ben precise:

  • sono protettive rispetto al dolore
  • sono preventive rispetto alla medicalizzazione
  • facilitano la discesa del feto
  • sono preventive rispetto al rischio che intervenga una sofferenza fetale e a uno stress materno

mercoledì 20 giugno 2012

Allattamento al seno: composizione del latte materno


Il latte umano è alimento specie specifico, con una composizione disegnata dalla natura per meglio rispondere alle esigenze biologiche e psicologiche del piccolo dell’uomo. All’allattamento materno sono universalmente riconosciuti una lunga serie di vantaggi sia per il bambino, a breve ed a lungo termine sia per la madre, sia in termini più allargati per l’intera società. Il latte umano è un liquido bianco-bluastro, dal sapore dolce e pesa leggermente più dell'acqua. Come ogni altro latte, è un'emulsione di particelle grasse in un fluido. Il latte materno è un alimento ottimale per la crescita e il fabbisogno del lattante in quanto è, bilanciato dal punto di vista nutrizionale, digeribile ed economico. Inoltre, esso è a basso contenuto di proteine e minerali per evitare di sovraccaricare l’ancora immaturo apparato digerente, il fegato e i reni, non ancora sviluppati in maniera completa, ma ricco di energie facilmente assimilabili (fornite dal lattosio) per sostenere una rapida crescita dell’apparato neurologico, così come di grassi insaturi, indispensabili alla formazione delle membrane cerebrali. Contiene anche sostanze immunologicamente attive capaci di ridurre il rischio di malattie infettive e patologie allergiche. L’allattamento al seno deve essere quindi, l’alimentazione di scelta per il bambino fino a sei mesi di vita e protratto, se possibile fino al compimento del 2° anno d'età.

Gli ingredienti principali del latte

Carboidrati

Il carboidrato principale del latte materno è il lattosio, un disaccaride composto da glucosio e galattosio, due zuccheri semplice in cui si scinde allo scopo di fornire energie al cervello del lattante in continua e rapida crescita. Nessun altro latte è così ricco di lattosio proprio perché nessun altro mammifero ha una crescita cerebrale così intensa nel primo anno di vita. Questo zucchero, inoltre, favorisce l’assorbimento di alcuni minerali, principalmente il calcio. Il latte umano contiene in piccole quantità alcuni zuccheri semplici (galattosio e fruttosio) e ca. 130 diversi tipi di oligosaccaridi: alcuni di questi ad esempio promuovono la crescita nell’intestino del bambino del Lactobacillus Bifidus, un microrganismo commensale che stimola la creazione di un ambiente acido nell’intestino del bambino, impedendo così la crescita di batteri dannosi. Nel latte vaccino i carboidrati sono in quantità inferiore e sono costituiti pressoché totalmente da lattosio. A causa della varietà, variabilità, complessità e polimorfismo della struttura degli oligosaccaridi, non è attualmente possibile riprodurre fedelmente tale componente del latte materno nelle formule adattate.

Proteine

Il latte umano ha un contenuto relativamente basso di proteine, ogni altro latte animale ne contiene maggiormente. Le proteine del latte materno sono composte da caseina per il 28% e da altre proteine sieriche per il 72%. La caseina è una proteina specie specifica cioè fisiologicamente simile ai tessuti del bambino e quindi maggiormente digeribile; nel latte materno è presente in circa il 20% mentre nel latte vaccino nell’80% ma ciò causa una maggiore caseificazione. Le proteine sieriche sono più digeribili e buona parte di queste sono costituite da fattori antinfettivi specie specifici (lattoferrina, lisozima, immunoglobuline).
La lattoferrina:

  •       Favorisce l’assorbimento del ferro
  •      E’ un immuno-modulatore
  •      Compete con lo ione ferrico con i batteri enteropatogeni: effetto batteriostatico.
  •      E’ un fattore di crescita epiteliale
  •      La sua massima concentrazione è nel colostro (0,5 gr/dl).
  •      E’ la principale siero proteina nel latte materno.

Il lisozima:

  • La sua concentrazione aumenta nel corso dell’allattamento.
  • Ha azione litica sui batteri suscettibili

La più importante immunoglobulina presente nel latte materno è la IgA. L’IgA secretoria agisce contro un ampio spettro di virus e batteri accumulandosi nell’epitelio intestinale. Fra le siero proteine vi è anche la a-lattoalbumina cui è stata recentemene attribuita in vitro una azione anticancerosa. Nel latte materno l’a-lattoalbumina ha una maggiore ricchezza di triptofano e cisteina. La cisteina è un aminoacido solforato sintetizzato dalla metionina ed è il precursore della taurina. Ha azione protettiva sul danno perossidativo ed è considerato un aminoacido essenziale nei primi mesi di vita. Il triptofano è un aminoacido essenziale metabolizzato a livello cerebrale con formazione di nicotinamide, acido nicotinico, acetilCoA e serotonina. Esso è coinvolto nella regolazione dell’appetito, del ritmo sonno-veglia e nel controllo delle relazioni affettive. La glutamina svolge funzioni anche a distanza nei processi di difesa generale dell’organismo.
La glutamina:

  • E’ un aminoacido non essenziale
  • E’ importante nei processi metabolici chiave delle cellule immunocompetenti e degli enterociti.
  • Aumenta il potere battericida dei neutrofili aumentando la fagocitosi e la produzione di radicali liberi dell’ossigeno
  • E’ in presente in forma libera nel latte materno.
  • La sua concentrazione è di 40 ng/kg a 1 mese.

Nel latte vaccino la concentrazione è quasi il quadruplo rispetto a quello umano; per poter essere tollerato dal neonato deve essere diluito. Inoltre mentre il bambino nutrito con latte materno assorbe il 100% delle proteine, il bambino nutrito con latte vaccino ne assorbe solo il 50%. La proteina sierica più presente nel latte vaccino è la b-lattoglobulina, totalmente assente nel latte materno, dotata di notevole potere allergizzante alle proteine del latte vaccino. Anche la lattoferrina, il lisozima e le immunoglobuline sono in numero nettamente inferiore rispetto al latte materno. Non vi è traccia nel latte vaccino dell’aminoacido taurina che è invece presente nel latte materno e che è essenziale per lo sviluppo e il funzionamento del SNC e della retina. Un altro aminoacido presente nel latte materno ma non nel latte vaccino è la glutamina che esplica la sua funzione protettiva anche a livello generale.

Lipidi

Il grasso è il principale fornitore di calorie (50-55%) costituiscono la componente più variabile; aumentano in percentuale nel corso della poppata, consentendo al bambino di autoregolare il proprio appetito. La concentrazione di lipidi, infatti, è più bassa all’inizio di una poppata ma aumenterà durante la poppata ed è maggiore verso la fine. I grassi del latte materno sono costituiti per lo più dai cosiddetti acidi grassi poli-insaturi a catena lunga che servono per lo sviluppo del cervello, dell’apparato visivo, delle cellule intestinali e rafforzano il sistema immunitario del neonato oltre a contribuire all’angiogenesi. Questi acidi grassi in particolare l’acido decosaesaenoico (DHA) e l’acido arachidonico (ARA) mancano nel latte animale e formulato che invece contiene l’acido linoleico e linolenico, i precursori di DHA e ARA, cioè grassi più semplici da cui l’organismo poi deve ricavare DHA e ARA dalla composizione più complessi (reperire questi grassi non è comunque facile; spesso vengono estratti da pesci e colture di alghe). Gli acidi grassi essenziali presenti nel latte materno W6 proteggono contro l’insorgere di allergie se il bambino è allattato al seno almeno per qualche mese. L’enzima lipasi, presente nel latte umano, ha un ruolo fondamentale nella scissione del grasso in acidi grassi liberi e in glicerolo; è attivata dai sali biliari ed è quindi inattiva nel seno della madre e nello stomaco del bambino, prima di mescolarsi alla bile. Il latte materno contiene anche colesterolo componente principale delle membrane cellulari e necessari per un buono sviluppo del cervello insieme ad ARA e DHA; è comunque maggiore che nel latte vaccino.


Minerali
Il latte materno contiene numerose altre sostanze quali bicarbonato, calcio, cloro, citrato, magnesio fosfato, potassio, sodio fosfato e tracce di cromo, cobalto, rame, fluoro, iodio, ferro, manganese, molibdeno, nickel, selenio, zinco. Essi hanno un’elevata biodisponibilità e modulano l’assorbimento, il metabolismo e l’escrezione degli altri nutrimenti. Il calcio come tutte le sostanze minerali, è più scarso nel latte umano rispetto a quello vaccino in questo modo non comporta un eccessivo carico osmotico renale con conseguenze negative in caso di perdita di liquidi in quanto i reni non sono ancora del tutto sviluppati. Inoltre il rapporto calcio fosforo è corretto nel latte materno in quanto è in rapporto 2:1. Il ferro è una molecola importante che il neonato non riesce a produrre da solo ed è presente nell’organismo sotto tre forme (sideremia, ferritina, transferrina) Il Latte umano contiene poco Ferro, ma la stessa cosa vale anche per quello di altri animali; ma s differenza di quello animale il ferro si presenta in forma bivalente e quindi maggiormente biodisponibile. Questo in realtà può essere un vantaggio, perché il neonato ha abbondanti riserve di Ferro immagazzinate nel fegato o nella milza, ed un'alta concentrazione di Globuli Rossi nel sangue che poi decrescano fino a raggiungere valori normali, dopo un certo periodo, in relazione alla crescita del bambino. In ogni caso, grazie all’alto contenuto di lattosio e vitamina C, il ferro contenuto nel latte viene meglio assorbito (50-70%) rispetto al ferro contenuto nel latte vaccino o formulato (10%).

Vitamine
Il contenuto vitaminico nel latte materno è fortemente influenzato nella dieta della nutrice e presenta ampie variazioni anche stagionali. I rilievi più importanti sono:

Vitamina A
Discretamente presente nel latte materno per cui l’alimentazione al seno copre il fabbisogno del neonato. Aiuta a prevenire la xeroftalmia e la carenza in genere.

Vitamina C
E’ essenziale nella sintesi del collagene. La vitamina C, contenuta in grande quantità nel latte umano, è quasi completamente assente dal latte di mucca, anche non pastorizzato. La produzione di vitamina C da parte delle ghiandole mammarie umane è così efficace che lo scorbuto, la malattia causata da carenza di vitamina C, non è mai stato riscontrato in bambini allattati al seno, neanche nel caso in cui la madre ne fosse affetta.

Vitamina D
La vitamina D controlla la capacità del bambino di assorbire il complesso calcio-fosforo. La vitamina D deve provenire da fonti dietetiche solo in climi nordici, poiché è sintetizzata dall’organismo durante l'esposizione ai raggi solari(attraverso la trasformazione di una molecola detta colecalciferolo precursore della vitamina D). Se il bambino non prende abbastanza sole, può essere vittima del rachitismo, secondario a carenza di Vitamina D. E’ tuttavia improbabile che il bambino allattato al seno sviluppi una forma di rachitismo, perché il latte materno ne contiene a sufficienza.

Vitamina K
E’ essenziale per la sintesi dei fattori della coagulazione. E’ presente in maniera scarsa nel latte materno, ma viene sintetizzata nell’intestino per opera della normale flora batterica. Solo nel neonato è opportuna la somministrazione di vitamina K alla nascita (profilassi della malattia emorragica del neonato), essendo l’intestino in quell’epoca ancora privo dei batteri sintetizzanti questa vitamina.

Acqua
Secondo Karen Pryor, i bambini ricevono dal latte della madre acqua in quantità sufficienti per le loro necessità metaboliche. Quando fa caldo, è la madre ad aver bisogno di una maggiore quantità d'acqua e non il bambino allattato al seno. Il bambino nutrito con latte vaccino, invece, ha bisogno di acqua non solamente per il proprio metabolismo, ma anche per permettere ai reni di eliminare i sali e le proteine inutilizzabili. Così, oltre all'acqua aggiunta al latte artificiale, ha bisogno di bere acqua dal biberon, specialmente quando fa caldo. L'eliminazione delle proteine inutilizzabili è in gran parte compito dei reni. Questo può sollecitare un certo sforzo su di una funzione ancora immatura. Per anni generalmente si è ritenuto che i bambini nati prematuramente crescessero meglio con determinati tipi di latte artificiale in polvere, piuttosto che con il latte della madre. Alla fine i ricercatori si sono accorti che l'aumento di peso non era dovuto ad una effettiva crescita, ma ad una ritenzione di liquidi nei tessuti. Questo è il risultato della sollecitazione su reni immaturi, che non riescono ancora ad eliminare adeguatamente proteine in eccesso e sali minerali.

Ormoni

Nel latte materno sono rilevabili ormoni steroidei e tiroidei che possono mitigare la sintomatologia di un eventuale ipotiroidismo congenito rendendone più difficile la diagnosi; altri ormoni aiutano la digestione, le endorfine promuovono nel bambino un senso di rilassamento e di benessere. Pure presenti le prostaglandine che eserciterebbero una funzione protettiva a livello della mucosa intestinale del neonato.

Cellule del sistema immunitario

Il latte materno non è solo un alimento ma è una sostanza vivente con molte componenti biologiche che proteggono e favoriscono attivamente lo sviluppo del sistema immunitario. Un mm^3 di latte materno contiene ca. 4000 cellule viventi, che si suddividono principalmente in macrofagi e linfociti. I macrofagi hanno il compito di attaccare ed eliminare i germi estranei (fagocitosi). Proteggono pertanto sia il bambino sia il seno della madre da infezioni e producono a loro volta altri anticorpi. I linfociti reagiscono immediatamente alla penetrazione di germi patogeni, comunicano con i fagociti e contribuiscono alla distruzione dell’antigene attraverso le Ig e in particolare IgA.

domenica 17 giugno 2012

Il perineo, cuore della femminilità

Che cos'è il perineo?

Deriva dal latino Perineum e dal greco Perinaios - peri "vicino"  e inan "portare via con l'evacuazione". E' l’insieme dei muscoli, delle membrane e delle strutture che formano il piano che chiude inferiormente la cavità addominale e pelvica, e che sostiene la vagina, la vescica e il retto.. Ecco come la ricercatrice Helle Gotved descrive questi muscoli: "La muscolatura del fondo delle pelvi ha più di uno scopo. I muscoli devono cooperare nel sostenere gli organi interni e hanno una funzione importante durante il coito”.
I muscoli perineali assolvono 4 funzioni:
  • assicurano l'elasticità della vescica
  • sostengono e mantengono gli organi interni
  • offrono zone erogene per una sessualità più appagante
  • durante il parto guidano il nascituro verso la lu
Il perineo, valore emotivo e relazionale
La gravidanza, è caratterizzata da una serie di modificazioni biologiche che investono tutti gli organi e apparati del corpo femminile per adattarlo a una condizione molto speciale. In particolare, grazie all’azione degli ormoni, la donna va incontro ad una serie di cambiamenti progressivi che non riguardano soltanto il metabolismo, il sistema endocrino, l’apparato cardiovascolare, osteo-articolare ma anche l’apparato uro-genitale. Ogni cellula partecipa a questa metamorfosi e, nel più profondo della pelvi, i muscoli perineali necessitano di maggiore cura e attenzione. 
La vita sessuale, la vita affettiva, sociale ed emozionale sono strettamente legate alla salute del perineo giacché esso è anche sede delle sensazioni e delle emozioni più profonde della donna. Le donne entrano per la prima volta in contatto con le funzioni del perineo durante la gravidanza, e ancor più durante e dopo il parto. Il più delle volte le donne hanno una conoscenza di questa parte del loro corpo collegata solamente alle sue funzioni, ma non hanno sviluppato l’uso volontario di questa muscolatura. Il saperla usare fa la differenza. Il perineo ha inoltre un grande valore emotivo e relazionale, sia come porta che mette in comunicazione l’interno con l’esterno, sia perché è proprio attraverso questa zona del corpo che le donne entrano in contatto con l’altro, quando lo mettono al mondo o quando lo accolgono.
La tonicità e l'elasticità dei muscoli perineali sarà di grande aiuto per il nascituro quando dovrà passare attraverso la vagina. E per la neo-mamma sarà più piacevole dopo il parto ritrovare l'elasticità e una vita sessuale senza dolori e paure.
Prima di illustrare la tecnica del massaggio, è opportuno ricordare che per ogni donna è importante familiarizzare con questa parte del corpo, luogo, origine e fonte da cui nasce tutta la vita umana. Il perineo è il luogo in cui viene creato il genere umano; sede del piacere sessuale femminile, simbolo di erotismo e di eccitazione. La vita sessuale, la vita affettiva, sociale ed emozionale sono strettamente legate alla salute del perineo giacché esso è anche sede delle sensazioni e delle emozioni più profonde della donna,  quali le paure e le angosce, esperienze buone o meno buone, tanto da limitare o impedire la pratica del massaggio. Il perineo, dunque, ha un ruolo attivo nella vita di ogni donna, riflettendone gli umori, le paure, la serenità, la felicità, la tristezza! 
Per imparare a conoscerlo meglio sarà necessaria molta dolcezza e capacità di rispettare le emozioni che il perineo racchiude. 

Perché praticare il massaggio del perineo?
Il massaggio perineale ha lo scopo di rendere la donna consapevole di una parte del suo corpo con cui ha poca confidenza e dimestichezza in modo da rendere quei tessuti più elastici: questo riduce la necessità al ricorso all'episiotomia e/o riduce le lacerazioni da parto.
Quando si può cominciare? - Con che frequenza si può praticare?
Il perineo, pur trovandosi nel profondo del corpo femminile, può essere esercitato e massaggiato per essere preparato, protetto come qualsiasi altro muscolo dell'organismo. Si può cominciare a partire dall'ultimo trimestre di gravidanza, a partire dalla 34^ settimana di gravidanza, una o due volte la settimana, mentre a partire dalla 37^ lo si può praticare ogni giorno. In genere il massaggio dura 3-10 minuti! Puoi utilizzare l'olio di mandorla dolce e di germe di grano.
Quali sono i benefici di questo massaggio?
  • prendere coscienza di questa parte del corpo, spesso sconosciuta
  • favorire il controllo del perineo
  • inibire il riflesso di difesa che ostacola la progressione del bambino nel momento della nascita
  • prevenire le lacerazioni perineali e le episiotomie grazie a una maggiore elasticità dei tessuti

Il massaggio del perineo
Puoi praticare il massaggio del perineo da sola o, se lo desideri, con il partner. Prima di effettuare questo massaggio si consiglia di svuotare la vescica e il retto. Mani e unghia dovranno essere pulite. Scegli un luogo calmo, familiare e intimo. Sistemati in posizione semi-sdraiata, la testa e la schiena riposano su uno schienale inclinato o su dei cuscini. Le ginocchia sono un pò piegate e appoggiate divaricate sui cuscini. Una volta che ti sei sistemata bene, fai un respiro profondo. Ti senti rilassata? Adesso puoi iniziare il massaggio del tuo perineo con un pò d'olio.


Lo sfioramento - massaggio esterno
Inserisci il pollice all'interno della vagina fino alla prima falange e posiziona l'indice e il medio sulla pelle vicino l'ano ed esercita dei piccoli movimenti circolari sulla pelle dalle ore 3 alle ore 9. Quindi effettua dei movimenti a bilanciere per un minuto all'interno e all'esterno, esercitando una pressione un pò più forte. Respira con calma e a lungo per familiarizzare lentamente con queste nuove sensazioni. Porta adesso il pollice nella vagina, a questo punto puoi procedere alle pressioni/stiramenti.


Pressione a raggiera - massaggio interno
Questi massaggi suscitano sensazioni particolari che si possono paragonare alla voglia di defecare, un lieve bruciore o un'apertura. Appena ti senti pronta e perfettamente rilassata fai un sospiro. Dunque mentre espiri, esercita una lieve pressione ma decisa sul bordo della vagina in direzione del coccige. Se la pressione diventa spiacevole non spingerti oltre ma continua a mantenerla.
Concediti tutto il tempo necessario e rispetta il tuo corpo! 
Prendi coscienza di questa resistenza naturale e respira con calma e profondamente rilassando l'ano per inibire questo riflesso. La pressione del dito a questo punto può spingersi dolcemente un pò oltre, fino al prossimo riflesso. Puoi notare la differenza di sensazione tra quella del perineo contratto e quella in cui lo rilassi volontariamente per familiarizzare in maniera graduale con esso stirandolo al di là dei propri limiti abituali.
Più ti eserciti e più senti aumentare la tua capacità di rilassamento e in base alla tua percezione puoi progredire giorno dopo giorno fino a praticare le pressioni a raggiera
Stiramenti a raggiera - massaggio interno
Successivamente, quando non si avvertono tensioni muscolari ed è stato raggiunto il massimo livello di confidenza con la regione perineale, effettua delicatamente con il pollice in vagina, uno stiramento verso il basso e un pò verso l'esterno, sino ad avvertire una lieve sensazione di bruciore simile a quella che sperimenteri nella fase espulsiva del parto al passaggio della testa fetale.

  • espirare ed esercitare una pressione lieve ma decisa sul bordo della vagina in direzione del coccige
  • inspirare e mantenere la pressione
  • espirare di nuovo e portare il pollice verso l'esterno
  • avanzare fino a fare riafforare il pollice
  • quando percepisci la pelle che si stira, rilassa l'ano e completa il movimento
Piano piano prenderai coscienza della muscolatura, da un riflesso di difesa giungerai a una reazione di apertura!




Spero che vi sia stata di grande aiuto! 

Ciao Ost. Maria




Grazie a chi ci aiuterà a portare avanti il nostro progetto.