Il latte umano è alimento specie specifico, con una composizione disegnata dalla natura per meglio rispondere alle esigenze biologiche e psicologiche del piccolo dell’uomo. All’allattamento materno sono universalmente riconosciuti una lunga serie di vantaggi sia per il bambino, a breve ed a lungo termine sia per la madre, sia in termini più allargati per l’intera società. Il latte umano è un liquido bianco-bluastro, dal sapore dolce e pesa leggermente più dell'acqua. Come ogni altro latte, è un'emulsione di particelle grasse in un fluido. Il latte materno è un alimento ottimale per la crescita e il fabbisogno del lattante in quanto è, bilanciato dal punto di vista nutrizionale, digeribile ed economico. Inoltre, esso è a basso contenuto di proteine e minerali per evitare di sovraccaricare l’ancora immaturo apparato digerente, il fegato e i reni, non ancora sviluppati in maniera completa, ma ricco di energie facilmente assimilabili (fornite dal lattosio) per sostenere una rapida crescita dell’apparato neurologico, così come di grassi insaturi, indispensabili alla formazione delle membrane cerebrali. Contiene anche sostanze immunologicamente attive capaci di ridurre il rischio di malattie infettive e patologie allergiche. L’allattamento al seno deve essere quindi, l’alimentazione di scelta per il bambino fino a sei mesi di vita e protratto, se possibile fino al compimento del 2° anno d'età.
Gli ingredienti principali del latte
Carboidrati
Il carboidrato principale del latte materno è il lattosio, un disaccaride composto da glucosio e galattosio, due zuccheri semplice in cui si scinde allo scopo di fornire energie al cervello del lattante in continua e rapida crescita. Nessun altro latte è così ricco di lattosio proprio perché nessun altro mammifero ha una crescita cerebrale così intensa nel primo anno di vita. Questo zucchero, inoltre, favorisce l’assorbimento di alcuni minerali, principalmente il calcio. Il latte umano contiene in piccole quantità alcuni zuccheri semplici (galattosio e fruttosio) e ca. 130 diversi tipi di oligosaccaridi: alcuni di questi ad esempio promuovono la crescita nell’intestino del bambino del Lactobacillus Bifidus, un microrganismo commensale che stimola la creazione di un ambiente acido nell’intestino del bambino, impedendo così la crescita di batteri dannosi. Nel latte vaccino i carboidrati sono in quantità inferiore e sono costituiti pressoché totalmente da lattosio. A causa della varietà, variabilità, complessità e polimorfismo della struttura degli oligosaccaridi, non è attualmente possibile riprodurre fedelmente tale componente del latte materno nelle formule adattate.
Il latte umano ha un contenuto relativamente basso di proteine, ogni altro latte animale ne contiene maggiormente. Le proteine del latte materno sono composte da caseina per il 28% e da altre proteine sieriche per il 72%. La caseina è una proteina specie specifica cioè fisiologicamente simile ai tessuti del bambino e quindi maggiormente digeribile; nel latte materno è presente in circa il 20% mentre nel latte vaccino nell’80% ma ciò causa una maggiore caseificazione. Le proteine sieriche sono più digeribili e buona parte di queste sono costituite da fattori antinfettivi specie specifici (lattoferrina, lisozima, immunoglobuline).
La lattoferrina:
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Il lisozima:
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La glutamina:
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Lipidi
Minerali
Vitamina A
Discretamente presente nel latte materno per cui l’alimentazione al seno copre il fabbisogno del neonato. Aiuta a prevenire la xeroftalmia e la carenza in genere.
Vitamina C
E’ essenziale nella sintesi del collagene. La vitamina C, contenuta in grande quantità nel latte umano, è quasi completamente assente dal latte di mucca, anche non pastorizzato. La produzione di vitamina C da parte delle ghiandole mammarie umane è così efficace che lo scorbuto, la malattia causata da carenza di vitamina C, non è mai stato riscontrato in bambini allattati al seno, neanche nel caso in cui la madre ne fosse affetta.
Vitamina D
La vitamina D controlla la capacità del bambino di assorbire il complesso calcio-fosforo. La vitamina D deve provenire da fonti dietetiche solo in climi nordici, poiché è sintetizzata dall’organismo durante l'esposizione ai raggi solari(attraverso la trasformazione di una molecola detta colecalciferolo precursore della vitamina D). Se il bambino non prende abbastanza sole, può essere vittima del rachitismo, secondario a carenza di Vitamina D. E’ tuttavia improbabile che il bambino allattato al seno sviluppi una forma di rachitismo, perché il latte materno ne contiene a sufficienza.
Vitamina K
E’ essenziale per la sintesi dei fattori della coagulazione. E’ presente in maniera scarsa nel latte materno, ma viene sintetizzata nell’intestino per opera della normale flora batterica. Solo nel neonato è opportuna la somministrazione di vitamina K alla nascita (profilassi della malattia emorragica del neonato), essendo l’intestino in quell’epoca ancora privo dei batteri sintetizzanti questa vitamina.
Secondo Karen Pryor, i bambini ricevono dal latte della madre acqua in quantità sufficienti per le loro necessità metaboliche. Quando fa caldo, è la madre ad aver bisogno di una maggiore quantità d'acqua e non il bambino allattato al seno. Il bambino nutrito con latte vaccino, invece, ha bisogno di acqua non solamente per il proprio metabolismo, ma anche per permettere ai reni di eliminare i sali e le proteine inutilizzabili. Così, oltre all'acqua aggiunta al latte artificiale, ha bisogno di bere acqua dal biberon, specialmente quando fa caldo. L'eliminazione delle proteine inutilizzabili è in gran parte compito dei reni. Questo può sollecitare un certo sforzo su di una funzione ancora immatura. Per anni generalmente si è ritenuto che i bambini nati prematuramente crescessero meglio con determinati tipi di latte artificiale in polvere, piuttosto che con il latte della madre. Alla fine i ricercatori si sono accorti che l'aumento di peso non era dovuto ad una effettiva crescita, ma ad una ritenzione di liquidi nei tessuti. Questo è il risultato della sollecitazione su reni immaturi, che non riescono ancora ad eliminare adeguatamente proteine in eccesso e sali minerali.
Ormoni
Nel latte materno sono rilevabili ormoni steroidei e tiroidei che possono mitigare la sintomatologia di un eventuale ipotiroidismo congenito rendendone più difficile la diagnosi; altri ormoni aiutano la digestione, le endorfine promuovono nel bambino un senso di rilassamento e di benessere. Pure presenti le prostaglandine che eserciterebbero una funzione protettiva a livello della mucosa intestinale del neonato.
Cellule del sistema immunitario
Il latte materno non è solo un alimento ma è una sostanza vivente con molte componenti biologiche che proteggono e favoriscono attivamente lo sviluppo del sistema immunitario. Un mm^3 di latte materno contiene ca. 4000 cellule viventi, che si suddividono principalmente in macrofagi e linfociti. I macrofagi hanno il compito di attaccare ed eliminare i germi estranei (fagocitosi). Proteggono pertanto sia il bambino sia il seno della madre da infezioni e producono a loro volta altri anticorpi. I linfociti reagiscono immediatamente alla penetrazione di germi patogeni, comunicano con i fagociti e contribuiscono alla distruzione dell’antigene attraverso le Ig e in particolare IgA.
Nel latte materno sono rilevabili ormoni steroidei e tiroidei che possono mitigare la sintomatologia di un eventuale ipotiroidismo congenito rendendone più difficile la diagnosi; altri ormoni aiutano la digestione, le endorfine promuovono nel bambino un senso di rilassamento e di benessere. Pure presenti le prostaglandine che eserciterebbero una funzione protettiva a livello della mucosa intestinale del neonato.
Cellule del sistema immunitario
Il latte materno non è solo un alimento ma è una sostanza vivente con molte componenti biologiche che proteggono e favoriscono attivamente lo sviluppo del sistema immunitario. Un mm^3 di latte materno contiene ca. 4000 cellule viventi, che si suddividono principalmente in macrofagi e linfociti. I macrofagi hanno il compito di attaccare ed eliminare i germi estranei (fagocitosi). Proteggono pertanto sia il bambino sia il seno della madre da infezioni e producono a loro volta altri anticorpi. I linfociti reagiscono immediatamente alla penetrazione di germi patogeni, comunicano con i fagociti e contribuiscono alla distruzione dell’antigene attraverso le Ig e in particolare IgA.
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