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venerdì 3 agosto 2012

La vostra Ostetrica Maria si racconta

Dati generali: 

Nome e Cognome: Maria Alagna 
Città in cui si esercita: Trapani e Palermo 

Recapiti 
Cell 3287304540 

Inizio attività (compresa la formazione) 
Mi sono laureata in Ostetricia il 30 novembre 2011 con 110/110 , presso l’Università degli Studi di Palermo, sede formativa Trapani con una tesi intitolata: “Conoscenza e percezione della vagina, esiti dopo il parto e ripresa dei rapporti sessuali”. Dopo la laurea ho deciso di intraprendere l’attività di volontariato presso una struttura ospedaliera pubblica. Nonostante fosse stata un’esperienza da cui avrei imparato tanto non era quello che desideravo per me… penso alla carriera di ostetrica libera professionista, cominciando con la conduzione di corsi: quelli di benessere in gravidanza rivolti alle piccole pance, accompagnamento alla nascita rivolti a donne, coppie e quelli con neogenitori e neonati presso un poliambulatorio insieme ad una mia collega. Presto, inoltre, vorrei allargare i miei ambiti di competenza dedicandomi all’assistenza domiciliare a gravide, puerpere e neonati fisiologici, con particolare attenzione al sostegno emotivo, all’accudimento e alla cura del bambino, alla promozione e al sostegno dell’allattamento al seno. 
Storia formativa: 
Come è nata l’idea di voler fare l’ostetrica? 
Subito dopo essermi diplomata, prendeva forma nella mia mente l'idea di diventare ostetrica, intraprendere questo percorso mi portava pace alla mia mente... l'idea mi rendeva felice! “Perché mi sembrava un ambito abbastanza femminile e legato al fatto di essere una donna che lavora con le donne”. Così mi iscrissi, feci il test di ammissione, ma non passai… Mi sono detta che nei propri sogni bisogna crederci, altrimenti non si realizzano. E dopo questo momento, riprovai, e stavolta riuscii a passare. Non credetti ai miei occhi. Mi sono iscritta al Corso di Laurea in Ostetricia e da allora si è aperto un mondo davanti a me. Di certo non avevo idea di cosa significasse DAVVERO fare l’ostetrica. La mia vera motivazione l’ho maturata un po’ nel tempo. 
Come ti aspettavi che fosse il tipo di lavoro? 
È chiaro che quando cominciai a frequentare il corso, per me era qualcosa di nuovo, non riuscivo a capire quale fosse il tipo di lavoro, pensavo fosse un qualcosa legato ai bambini. Il tirocinio rappresentò per me una tappa fondamentale, un momento determinante per la mia formazione. Per me fu motivo soprattutto di crescita umana e di maturazione. Mi sono messa in gioco totalmente e sono riuscita a scoprire in me abilità che non pensavo di avere. Il tirocinio mi ha permesso di conoscere che l’ostetrica non è solo colei che "far nascere i bambini”… ma la mia professione, “la cui luce si è in parte spenta”, va al di là di questa banale definizione. Per me essere ostetrica vuol dire accompagnare la donna nel percorso della sua vita, assistendola secondo le sue esigenze e le sue volontà, vedendo la donna come protagonista. Essere curiose, avere interesse per la donna che abbiamo di fronte, volersi sperimentare sono le qualità necessarie per un’ostetrica che voglia far bene il suo lavoro. 
Si è rivelato essere come pensavi , se no com’è nella realtà? 
Purtroppo non si è rilevato come pensavo. C’è troppa competizione e manca il sostegno tra le colleghe, negli ospedali e sul territorio non viene garantito il massimo dell’assistenza alle donne, manca la continuità assistenziale. Vorrei che fosse data maggiore autonomia e riconoscimento alla figura dell’ostetrica, soprattutto da parte del Servizio Sanitario Nazionale. Per svolgere questa professione è necessario nutrire interesse, curiosità, passione, amore per quello che si fa, solo amando si può entrare in empatia, cogliendo i bisogni e i desideri che ogni donna ha. Ed è questo che mi dà la forza di fare sempre del mio meglio. Guardare le donne gravide e l'evoluzione della gravidanza dentro di loro mi emoziona tantissimo… E' qualcosa di innato, che ti porti dentro; qualcosa che ti appartiene, come quell'adrenalina che mi scorre quando assisto allo spettacolo della nascita. 
Pensi che il corso di laurea necessiti di modifiche? Quali potrebbero essere i miglioramenti nell’iter universitario? 
Assolutamente si, il Corso di Laurea necessita delle modifiche. Innanzitutto non ci dovrebbero essere differenze tra i vari Atenei d’Italia. L’istruzione, in quanto servizio pubblico, deve avere un certo livello qualitativo e non ci devono essere disomogeneità nell’erogazione legate alla dislocazione territoriale. Si affrontano delle materie che non ci serviranno mai (biochimica, fisica, statistica etc etc) e si tralascia l’essenza della nostra professione. Inoltre si dovrebbero trattare argomenti che realmente servono nella vita di tutti i giorni, specie argomenti inerenti la libera professione e tematiche riguardanti il dolore del travaglio, la vita del neonato dopo le prime settimane di vita, l’assistenza alle donne nel periodo intorno alla menopausa, l’educazione sessuale. 
Quali potrebbero essere i miglioramenti? 
Io farei ad esempio, la scuola di ostetricia di 5 anni, nella quale metterei la ricerca e la formazione post-base. Per una persona che decide di svolgere questa professione penso debba essere un ‘esperienza irrinunciabile poter provare come osservatrice un’esperienza di domiciliarità, durante il tirocinio. Toglierei materie inutili e aggiungerei più ore di tirocinio e porrei le basi per il lavoro in libera professione. Bisognerebbe concentrarsi sulla vera arte ostetrica. Saper, saper essere, saper fare. 
Formazione post base: 
Come hai integrato la formazione di base? 
L’aggiornamento continuo delle proprie conoscenze ed abilità, oltre che essere previsto per legge, è uno degli obblighi deontologici della professione, per cui essendo per natura anche curiosa, ho desiderato approfondire gli argomenti che mi appassionano di più, leggendo molti libri. Dal 10 maggio al 28 giugno 2012 ho frequentato un Corso di Accompagnamento alla nascita in qualità di tirocinante presso L’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Paolo Giaccone di Palermo, Dipartimento Assistenziale Materno Infantile con la fantastica e professionale Dott.ssa Ostetrica Emanuela Adele Di Chiara. A ottobre, inoltre, vorrei continuare gli studi, spero di superare il test di ammissione per conseguire la laurea specialistica in scienze infermieristiche e ostetriche. Tra i miei programmi vi è anche quello di sostenere un Master. Ho tanti progetti. A ottobre frequenterò un Corso di formazione in: “Il perineo: strategie di attenzione e cura”. Frequento tanti Congressi, convegni, seminari, in modo da tenermi aggiornata. 
Quali aspetti o elementi della professione hai deciso di approfondire? 
Sempre più convinta col passare del tempo che la professione ostetrica non si basi solamente sul "far nascere i bambini", ho deciso di approfondire tutti gli aspetti della professione, ampliando gli ambiti di competenza e uscendo un po' fuori dagli schemi che la società e la formazione universitaria ci impone e ci ha imposto. Non mi accontento della sala parto! Sono per l'accompagnamento della donna in tutte le fasi della sua vita... voglio essere “un’ostetrica accanto alla donna”. Ho deciso di approfondire la fisiologia della gravidanza e del travaglio-parto, il dolore del parto e le metodiche non farmacologiche per contenerlo, assistenza e sostegno in allattamento, fisiologia dell’allattamento, promozione dell’allattamento, la conduzione dei Corsi di benessere in gravidanza, Corsi di Accompagnamento alla Nascita, Corsi di Sostegno post-nascita con massaggio del bambino. 
Cosa significa per te continuare ad aggiornarti? 
Continuare ad aggiornarmi significa per me acquisire nuove conoscenze, abilità, competenze aggiornate per poter offrire un’assistenza adeguata e professionale. Essere una buona e brava professionista della sanità. 
Storia lavorativa 
Qual è stato l’evento saliente che ti ha fatto scegliere la libera professione? 
L’evento saliente che mi ha fatto scegliere la libera professione, lo ripeto, fu l’esperienza del volontariato, non mi rendeva felice… Ostetrica non si nasce, si diventa! Nel tempo l’amore per la mia professione è cresciuto, mi sono innamorata di tutto quello che l'ostetrica sa, sa fare, sa essere ed è. Essere libera professionista, vuol dire essere realmente libera, non richiudermi tra quattro mura, ma vivermi giorno dopo giorno tra le donne, tra i loro vissuti; essere un punto di riferimento per loro. 
Cosa significa per te lavorare autonomamente? 
Poter programmare autonomamente i tempi di lavoro; la libertà di decidere quando lavorare consente anche di lavorare meglio. Significa prendere coscienza, ascoltare i bisogni delle donne senza limiti di tempo, senza orologi e turni. Essere autonoma mi consente di mettere al centro la donna, la coppia nel percorso che devono affrontare, seguendo le evidenze scientifiche e non i protocolli ospedalieri. 
Quanto sono stati importanti le esperienze universitarie nella tua decisione? 
Credo che l’Università, nonostante mi abbia insegnato tante cose, sia stata determinante nella mia scelta, proprio perché mi ha fornito una formazione prettamente ospedaliera. Ho deciso che mai e poi mai avrei violentato le donne nel modo in cui avevo visto fare all'ospedale in cui ho svolto il tirocinio, mai avrei visitato continuamente le donne, praticato episiotomia di routine, pratica che io considero come una MGF (Mutilazione Genitale Femminile). Poche ostetriche trattavano le donne con rispetto, come soggetto protagonista dell’evento nascita. Ho così compreso di allontanarmi dalla realtà ospedaliera almeno per il momento e dedicarmi all'assistenza sul territorio che mi piace molto. 
Pensi che il corso di laurea prepari a questo tipo di esperienza? 
Assolutamente no! Il Corso di Laurea non prepara a questo tipo di esperienza, ma ad una formazione ospedaliera. Durante il tirocinio pratico ognuna di noi era affidata ad una tutor personale, sin dal II° anno assistevamo i travagli, i parti, i post-partum e i puerperio sotto la supervisione della tutor, per questo sono stata fortunata e ho acquisito molta esperienza (anche se non si finisce mai di imparare e di fare esperienza…) ma mancava il rispetto per le donne e questo, per me, è alla base per poter essere una “brava” ostetrica. 
Pensiero libero: 
Cosa significa essere ostetrica? 
Essere ostetrica vuol dire condividere la magia di essere donne sempre: dalla pubertà, passando attraverso la gravidanza, il parto, il puerperio, ma anche nelle donne che non possono avere figli e nelle adolescenti, con rispetto, sempre! Per me essere ostetrica è: Rispetto, Sostegno, Supporto, Emozione, Fede, Amore, Passione, Empatia, Cuore, Empowerment, Salute, Rete, Anima, Benessere, Mammana, Neonato, Scienza, Felicità, Accompagnamento, Donna, Sapere, saper essere, saper fare. 
Definisci l’universo femminile con 10 parole 
Amore, sensibilità, gioia, vita, passione, condivisione, maternità, complicità, nutrimento, armonia tra mente e corpo. 

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