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mercoledì 3 ottobre 2012

Allattamento in tandem - "Saper capire quando tuo figlio ha bisogno di fermarsi, e avere il coraggio di sedersi accanto a lui e tenergli la mano, in attesa di riprendere a camminare serenamente insieme."

Sofia, la mia primogenita, è nata 25 mesi fa e si è attaccata al seno mezz'ora dopo essere venuta al mondo. Conoscevo tanta “teoria” sull'allattamento, ma avevo milioni di dubbi e di paure circa la sua crescita, la “bontà” del mio latte etc, e in quel periodo avevo anche pochissimo sostegno intorno… mia suocera inorridiva all'idea che sua nipote venisse allattata al seno “come gli zingari” e continuava a ripetermi che dovevo fare come aveva fatto lei, nutrendo suo figlio con il miglior latte in formula esistente sul mercato “il Pelargon gli davo, comprato a fior di denari… e mi è cresciuto bello, alto, robusto e intelligente!”…. mia mamma aveva tentato con scarso successo sia con me che mia sorella, e sapeva solo dirmi che lei aveva il latte grasso “che ci faceva venire le puntine in viso”. E la prima pediatra che visitò Sofia, a 10 giorni, trovandole una crescita di ben 500 grammi rispetto alla nascita (oltre il recupero totale del calo fisiologico), mi disse comunque che era il caso di dare un biberon di l.a. la sera, per farla dormire meglio, “metter a riposo lo stomaco per qualche ora” (????) e garantire che la bimba conoscesse e accettasse anche un altro sapore, che non si poteva mai sapere, nel caso in cui per qualche ragione avessi dovuto interrompere bruscamente di allattarla….. in quel periodo la mia unica “spalla” è stato il sito della Leche League e il supporto di alcune consulenti che rispondendo alle mie mail, fugarono tanti dubbi e mi incoraggiarono a non smettere, ad allattare a richiesta, a non forzare la bimba all'uso del ciuccio etc. Da allora i temi di gravidanza e allattamento, anche in coincidenza con i miei studi, sono divenuti centrali per me ed oggi rappresentano uno dei miei campi di lavoro, ma riconosco di esser stata fortunata a non mollare nonostante i tanti stimoli sfavorevoli all'allattamento che mi circondassero. Quando Sofia aveva 15 mesi sono rimasta incinta di Arianna. Il timore di non riuscire a gestire l’allattamento insieme alla gravidanza mi ha indotta a tentare di svezzarla del tutto; lei mangiava già praticamente tutti i cibi, il mio latte rappresentava un complemento alla sua alimentazione, ma soprattutto un momento di coccola, contatto, rilassamento etc. Credevo potesse esser pronta, ma mi sbagliavo. Ogni volta che cercavo di proporle alternative al seno, lei piangeva disperatamente, vedevo che ne soffriva pesantemente e, dopo qualche giorno di tentativi e tanti tanti dubbi, ho deciso di lasciar fare a lei. Sapevo che il mio latte avrebbe cambiato sapore e che sarebbe scomparso a un certo punto della gravidanza, così ho deciso di lasciar fare a lei, confidando che sarebbe stato il modo meno traumatico e più naturale di vivere questo percorso. Non so se il latte abbia mai cambiato sapore, ma so per certo che tra il settimo e l’ottavo mese dai miei seni non usciva più nulla. Sofia, che nel frattempo aveva compiuto 22 mesi, continuava a ciucciare imperterrita, anche se adesso spesso mi diceva “mamma, è vuoto” oppure “mamma, no esce!”… lentamente iniziò un distacco del tutto spontaneo e naturale, arrivando a non chiedermelo più anche per due-tre giorni consecutivi… ogni tanto ciucciava, ogni tanto accettava una proposta alternativa (biscotto, succo di frutta, latte di riso etc), ogni tanto no…. Nel corso dell’ottavo mese sono ricomparse le prime gocce di colostro, il pancione era ormai decisamente evidente, lei iniziava a sapere e capire (oltre che, a volte, anche a “sentire” fisicamente) la presenza della sorellina…. E lentamente si è riattaccata al seno con cadenza giornaliera, sebbene avessimo raggiunto un equilibrio a “due volte al giorno” : una al risveglio la mattina, e una al risveglio dal pisolino pomeridiano, più una eventuale “jolly” serale, solo nel caso in cui il papà non fosse in casa e non potesse addormentarla lui. Credevo che questo equilibrio si sarebbe mantenuto anche dopo la nascita della sorellina, ma mi sbagliavo… eccome se mi sbagliavo!!! Quando è nata Arianna (18 giorni fa, attaccata al seno in vasca, prima ancora di recidere il cordone ombelicale) Sofia è venuta a trovarmi in ospedale; ha trovato la piccola attaccata al seno e ha accennato un sorriso, sebbene perplesso… quando la piccola si è addormentata e l’ho poggiata nella culla, lei si è arrampicata sul letto e mi è subito montata a cavalcioni. Ha esaminato per un attimo la camicia da notte, che non aveva mai visto; mi ha chiesto cosa ci fosse disegnato, e le ho detto che era un pulcino mamma con il suo pulcino figlio e tanti cuori…. Lei ha armeggiato un po’ con la stoffa e poi, con aria quasi interrogativa, ha accennato a scoprirmi il seno. Le ho permesso immediatamente di trovarlo ed attaccarsi anche lei…. E ho sentito immediatamente che ciucciando si ammorbidiva e si rilassava, per quanto tutta la situazione intorno a lei fosse decisamente atipica (ospedale, parenti, mamma in un letto fuori di casa, una culla con una neonata accanto al letto di mamma…) Quando io e Arianna siamo state dimesse sono rientrata in casa illudendomi di poter mantenere il ritmo di “due poppate al giorno” per Sofia… e all'inizio ho tentato di imporle questa regola, chiedendo la collaborazione del papà e della nonna, affinché cercassero di distoglierla e distrarla durante le altre richieste che mi faceva durante il giorno. Ero stremata, snervata, arrivavo a nutrire insofferenza per lei e i suoi continui tentativi di avere il latte, mi sentivo in colpa per questi sentimenti contrastanti…. Dopo due giorni, siamo “scoppiate” tutte e due… lei in stress totale, appena riusciva a ottenere la poppata tanto agognata si irrigidiva in ogni muscolo, ciucciava e contemporaneamente mi spingeva con le mani, mi mordeva, scoppiava a piangere…. Io perdevo la pazienza, la rimproveravo per i morsi, la staccavo con la forza…. Scenate veramente tremende! Ho capito, per fortuna non troppo tardi, e grazie ai suggerimenti ricevuti all'interno di un forum di mamme “natural parenting”, che dovevo permettere anche a lei di avere per un po’ un regime “free” e che solo dopo averla rassicurata completamente, avrei potuto iniziare a cercare di “razionalizzare” un po’ il suo accesso al seno…Adesso siamo ancora in regime “tetta free”, ma Sofia è molto più serena, adesso ciuccia in media 3-4 volte al giorno, a volte contemporaneamente ad Arianna, altre volte separatamente, mentre all'inizio arrivava a ciucciare più della sorellina neonata. Adesso però so per certo che lei è disposta a cedere il posto alla sorellina se si risveglia piangendo mentre lei sta ciucciando, e se ciucciano insieme lei è sempre lì che la guarda, le carezza la testa delicatamente, e si premura persino di rimetterle il capezzolo in bocca se per caso Arianna lo perde. I primi giorni sono stati duri, ma riconosco che il tandem è stato un grandissimo aiuto, e lo è ancora, per limitare le gelosie di Sofia e soprattutto per rassicurarla circa la presenza e la “permanenza” della mamma, malgrado l’impegno frequente con la sua sorellina. Dopo averlo sperimentato in prima persona, posso dire che è sicuramente molto più impegnativo di quanto io stessa non avessi immaginato,ma sono contenta di aver perseguito questa strada. Sono convinta che, una volta riassestatasi, Sofia riprenderà il suo cammino di distacco spontaneo e di conquista dell’autonomia, certamente a patto di esser sostenuta adeguatamente anche da me… non appena anche io sarò in una condizione più “neutrale” e più idonea a ricominciare questo cammino insieme a lei. Siamo una famiglia, affrontiamo insieme sia i momenti facili che quelli difficili, camminiamo e ci fermiamo tenendoci sempre per mano e questa è la cosa veramente importante. Saper capire quando tuo figlio ha bisogno di fermarsi, e avere il coraggio di sedersi accanto a lui e tenergli la mano, in attesa di riprendere a camminare serenamente insieme.
Valeria Scozzari

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